Posts tagged ‘Christian Petrucci’
Andare al punto: l’Associazione e il futuro (parte II)

Christian Petrucci
Riprendendo il discorso iniziato la scorsa volta sulla sopravvivenza sportiva di un’associazione dilettantistica, vorrei oggi soffermarmi sui vantaggi che può portare una politica di apertura ai giovani, ai diversamente abili ed agli immigrati. Alcuni di questi vantaggi saranno di carattere puramente finanziario – monetizzabili – ma altri non potranno che essere classificati tramite criteri più “astratti”.
So che nell’ambito sportivo dilettantistico delle bocce (così come accade negli altri) parlare di cose non tangibili può far storcere la bocca a molti, ma gli aspetti che non si possono quantificare economicamente molto spesso sono quelli che persistono nel tempo in modo più marcato. Cominciamo quindi a trattare gli aspetti finanziari della questione e quelli che non lo sono.
Autofinanziamento del progetto
Dopo l’investimento iniziale di tempo e di denaro per formare allenatori/educatori sportivi, la società potrà avviare corsi, incontri o vere e proprie stagioni di allenamento (o gioco, nel caso dei bambini) per l’attività sportiva delle bocce. Per i partecipanti interessati sarà prevista una quota di iscrizione, che potrà essere annuale o mensile a seconda delle scelte societarie, e si capisce fin da subito come i soldi percepiti possano servire a coprire le spese per l’utilizzo del campo di gioco, per il rimborso spese degli allenatori e per le utenze come la corrente elettrica o l’acqua. Ovviamente, all’inizio è probabile che non si riescano a coprire del tutto i costi sostenuti, ma col tempo e con l’arrivo di nuovi partecipanti questo risulterà possibile, fermo restando l’impegno ad incrementare sempre più l’offerta di attività sportiva per tutti.
Coinvolgimento di persone “esterne”
Insieme ad ogni nuovo praticante, può venire in contatto con l’associazione sportiva un numero esponenziale di persone (genitori, parenti, amici) che si possono interessare alla pratica delle bocce, ma anche solo semplicemente a far parte dell’ambiente contribuendo in altro modo all’attività sociale. Un esempio classico può essere l’organizzazione di una festa o di una cena dove la manodopera richiesta per i preparativi è sempre un punto dolente in quanto si parla pur sempre di volontari.
Mi sono rivolto a queste persone definendole “esterne” perché anche questo è un punto dolente della maggior parte delle associazioni dilettantistiche: la mancanza di aiuti da persone diverse dagli appassionati che tutti i giorni si impegnano nel portare avanti l’attività sportiva. Mi immagino quante volte gli stessi membri si ritrovino a dover fronteggiare numerosi impegni e svariate problematiche con in testa il pensiero che sono sempre i soliti a dover fare tutto!
Ebbene, da questo punto di vista, il coinvolgimento di soggetti interessati diversi dai soliti membri della nostra società non deve essere visto come un’intrusione, ma deve oltremodo venire incentivato. Sarà fondamentale in quest’ottica la programmazione di incontri dove si presenta l’attività che deve essere svolta oppure, con lo stesso fine, l’organizzazione dei classici momenti di convivialità e di aggregazione come le cene, di cui parlo spesso.
Come si nota, questo aspetto non è monetizzabile in senso stretto, ma dal punto di vista economico può senz’altro portare un abbattimento dei costi di gestione, visto il coinvolgimento a titolo di volontariato di queste persone. Senza pensare poi che in caso di bisogni specifici (per esempio manutenzione dell’impianto) le stesse possono avere competenze che possono rivelarsi utili per far risparmiare fondi e tempo.
Infine, più persone si riescono a rendere partecipi del fatto che l’associazione sportiva è presente sul territorio, più esiste la possibilità che queste vogliano provare a praticare uno sport diverso, con conseguente sfruttamento del campo da gioco, magari in orari diversi da quelli in cui viene solitamente utilizzato. E qui si ritorna meramente ai vantaggi economici, con il pagamento effettuato per accedere al campo da gioco.

Ritorno di immagine
Con questo concetto vorrei riassumere tutti gli aspetti intangibili che la programmazione di attività sportiva per bambini, diversamente abili ed immigrati può avere per un’associazione sportiva dilettantistica come ne esistono tante nella bocciofila. Il ritorno di immagine cui mi sto riferendo non riguarda solo gli aspetti sportivi, ma anche e soprattutto quelli sociali.
Se da un lato, infatti, è molto importante e stimolante assistere alla pratica dello sport da parte dei bambini e delle persone diversamente abili, da un altro punto di vista è enorme la valenza sociale di farli partecipare attivamente in una pratica come quella sportiva che spesso è relegata al solo concetto di agonismo o di eccellenza. In parole povere, l’apertura dello sport alla vita di tutti i giorni diventa totale, appannaggio di tutti, anche di coloro che tante volte vengono solo visti come facenti parte di categorie “deboli”.
Seguendo questa linea di pensiero, si pensi poi a quale significato abbia proporre la pratica di uno sport come le bocce, radicato da tempo immemore nell’immaginario collettivo del popolo italiano, ad un immigrato nel nostro paese: credo che sia uno dei sistemi di integrazione sociale più efficaci e meno dispendiosi che si possano immaginare.
Sono sicuro, inoltre, che una società dilettantistica che inizi a programmare ed a proporre questo genere di inserimento tramite lo sport e l’avviamento alla pratica per i più piccoli non risulterà indifferente agli Enti locali del proprio territorio e questo potrà portare a future collaborazioni ed iniziative sotto il patrocinio di questi, altro aspetto fondamentale in termini sociali e di sopravvivenza sportiva.

Ecco quindi brevemente evidenziate alcune conseguenze di una politica di programmazione mirata all’ampliamento dell’offerta sportiva di una società. Resta il fatto che ovviamente l’attività principale dovrà proseguire di pari passo con tutti gli interventi di cui abbiamo parlato sinora: tra l’altro, molto facilmente, si noterà che anche questa ne trarrà vantaggio, in quanto impulsi nuovi stimoleranno comunque riscontri positivi nelle attività già ben avviate.
Christian Petrucci
Andare al punto: l’Associazione ed il futuro (parte 1)

Christian Petrucci
Oggi vorrei trattare un tema quantomai spinoso che interessa tutte le associazioni sportive dilettantistiche: la sopravvivenza. Ovviamente mi riferisco alla sopravvivenza di tipo sportivo nel lungo termine, quindi a quanto una società riesce a proseguire la propria attività negli anni e, perché no, nei decenni. Non esagero usando questo termine temporale, dato che alcuni club di golf nel Regno Unito esistono addirittura dal diciottesimo secolo!
Tornando però a parlare della realtà nostrana, nella quale si muovono anche le società bocciofile, mi ritrovo ancora ad usare la parola programmazione: il futuro dell’attività deve essere pianificato se si intende protrarla nel tempo e questo deve nascere principalmente dalla volontà della dirigenza (e non solo) di far crescere gli atleti nell’ambito del proprio sport fin dalle età più giovani. A questo si potrebbe e si dovrebbe aggiungere un impegno nell’attività sociale volta all’integrazione delle persone diversamente abili e di quelle immigrate, sempre più presenti nella vita quotidiana di molti. Come vi potrete immaginare, questi argomenti aprono una serie piuttosto ampia di spunti e di contenuti, pertanto ho ritenuto opportuno suddividerli in due parti: oggi analizzeremo quali sono gli interventi da programmare per coinvolgere le persone sopra indicate nella pratica dello sport, la prossima volta vedremo gli innegabili vantaggi che questi porteranno all’interno dell’associazione. Partiamo con il primo punto focale degli interventi da programmare.

Investire
So che questo verbo può far rabbrividire molti membri delle società bocciofile (così come accadrebbe con società che operano in altri ambiti sportivi), ma l’investimento di cui parlo è solo in parte di carattere monetario: infatti si tratta di investire anche nel tempo per formare gli allenatori/educatori che potranno poi seguire al meglio i progetti da sviluppare. All’interno dell’associazione sportiva si dovranno innanzitutto scegliere delle persone (se non si offrono volontariamente) alle quali si faranno seguire i corsi federali previsti per avere l’abilitazione ad insegnare la pratica sportiva delle bocce, magari a spese della società stessa. Dopo tale formazione “burocratica”, si può iniziare a pensare a quali classi di età rivolgersi per l’avviamento allo sport. Va da sé che, come ho già detto in un’altra occasione, si dovranno scegliere i membri adeguati per i ruoli adeguati, ma capisco perfettamente che in ambito di volontariato non sempre questo è possibile e bisogna adattarsi ai pochi che hanno dato la loro disponibilità. Lo stesso discorso vale per chi dovrà seguire gli aspiranti sportivi diversamente abili, in quanto, per svolgere un lavoro appropriato, vengono organizzati dei corsi che forniscono competenze specifiche. A questo proposito sarà utile prendere quindi contatto con i responsabili dell’amministrazione locale che quotidianamente svolgono opera di integrazione in questo ambito. Può sembrare strano, ma da esperienze personali e non, ho imparato negli anni che se si formano gli allenatori/educatori i nuovi praticanti arriveranno.
Per quanto riguarda poi l’attività con i bambini, che dovrà ovviamente svilupparsi sotto forma di gioco, sarà utile cercare una collaborazione con le scuole presenti nel territorio, che soprattutto negli ultimi anni sono molto aperte a questo genere di iniziative per offrire ai bambini, ed ai genitori di conseguenza, attività sempre nuove e stimolanti. (Un esempio concreto e importante sono i progetti portati avanti dal Settore giovanile della FIB Toscana, come “Bocce, tutti in gioco”).
Altro punto che sarà fondamentale, e che andrà chiarito sin dall’inizio tra la dirigenza e gli operatori scelti, sarà quello di pattuire un eventuale rimborso spese. Questo non solo incentiverà i volontari a proporsi, ma fornirà un’immagine positiva e professionale dell’associazione agli occhi dei propri membri e delle persone esterne con cui ci troveremo a lavorare. Ponendo poi l’accento sul piano prettamente finanziario, nel caso in cui i bambini o le persone coinvolte si interessino alla pratica delle bocce e si iscrivano all’associazione sportiva, allora si può subito notare come un progetto del genere si “autofinanzi” con le quote sociali che vengono versate annualmente o con il pagamento dell’utilizzo del campo anche solo per partite occasionali.

Controllare
Una volta effettuato l’investimento di tempo, denaro e di risorse umane, non bisogna incorrere nell’errore fatale di lasciare andare le cose a sé stesse. Sembra banale doverlo rimarcare, ma ci deve essere sempre un filo diretto tra la dirigenza e gli operatori che propongono lo sport ai livelli di cui abbiamo parlato prima. Da questo punto di vista, sarà utile eleggere uno o più dirigenti incaricati di seguire il settore giovanile e quello dello sport per diversamente abili. Visto che non ho ancora ripreso l’argomento, voglio specificare che per l’integrazione degli immigrati nel nostro Paese ci si dovrà muovere a più livelli, sia quello giovanile sia quello dell’età più avanzata, pertanto i soggetti interessati rientreranno nell’uno o nell’altro gruppo senza problemi. Ad ogni modo, il dirigente incaricato del ruolo di responsabile dello sviluppo di questi progetti avrà il compito di gestire, coordinare e risolvere eventuali problematiche che possono insorgere, in accordo con gli educatori stessi, in quanto in un ambito dilettantistico come quello bocciofilo è altamente sconveniente e sconsigliato per tutti creare inutili tensioni che possono danneggiare il lavoro che viene programmato e svolto per un fine comune. Ho voluto precisare anche questo punto perché so che purtroppo sono evenienze che accadono sovente.

Tirare le somme
In pratica è quello che deve essere fatto alla fine di ogni progetto o alla fine di ogni stagione sportiva in generale. La dirigenza, al completo o rappresentata dal dirigente responsabile dei progetti, si incontrerà con gli operatori che hanno collaborato attivamente per raccogliere impressioni, pareri ed anche consigli per eventuali sviluppi futuri. Questo dovrà essere fatto anche dopo avere ascoltato in merito i dirigenti scolastici delle scuole ed i responsabili dell’amministrazione locale eventualmente coinvolti. La riunione non avrà il solo scopo della redazione di un bilancio consuntivo dell’attività svolta negli ambiti di applicazione che abbiamo trattato sinora, ma dovrà essere rivolta alla valutazione con occhio educativo e sociale di ciò che il progetto ha portato all’associazione sportiva ed ai soggetti coinvolti, educatori ed aspiranti bocciofili. A volte infatti ci sono investimenti che semplicemente non sono “monetizzabili”, ma che riguardano aspetti più intangibili della persona e dell’ambiente in cui si opera. Questo è lo spunto con cui concludo questa trattazione, in quanto questo argomento verrà più diffusamente analizzato la prossima volta.
Christian Petrucci
Andare al punto: l’evento sportivo per i media

Christian Petrucci
Come molti sicuramente sanno, quando si intende organizzare un evento sportivo è fondamentale renderlo pubblico. Nell’associazionismo sportivo spesso si ricorre semplicemente al volantinaggio o all’affissione di manifesti: malgrado questi siano strumenti pubblicitari utilissimi, se si vuole ampliare il numero di persone che ricevono il messaggio si deve far ricorso anche ad altri mezzi di comunicazione che la società moderna mette a disposizione.
Questi possono spaziare da Internet ai suoi “comodi” social networks, che sono oramai una presenza fissa (e spesso anche ingombrante) nella vita quotidiana, dalla carta stampata a quello che, secondo chi scrive, è sempre al primo posto nelle abitudini e nell’immaginario della collettività: il mezzo televisivo. Sempre più oggigiorno le società sportive dilettantistiche come quelle delle bocce si trovano a lavorare a stretto contatto con gli operatori di tali media nello svolgimento della propria attività, soprattutto quando intendono dare risalto all’organizzazione di un singolo evento sportivo o di una manifestazione più lunga.
Come al solito, e per comodità di descrizione, mi piace fare una suddivisione dei momenti nei quali tale rapporto si deve sviluppare.
Prima dell’evento
Ovviamente, quando si conoscono le date e la tempistica delle gare si dovranno avvisare i giornalisti e gli operatori televisivi, soprattutto se abbiamo già delle conoscenze con questi ultimi, in modo che possano programmare gli interventi. Se per coinvolgere questi due media è necessario comunque un contatto diretto con gli addetti, diverso discorso si deve fare per Internet e per un eventuale social network o blog: per inviare comunicati ed immettere notizie on-line ai gruppi che possono avere interesse in ciò che si intende organizzare, ci si può affidare all’esperienza di un membro interno all’associazione sportiva.
Ad ogni modo, il modo migliore di rendere pubblico un evento è quello di preparare un comunicato stampa, chiaro e preciso, che descriva l’evento stesso e che metta in risalto tutti gli aspetti che l’associazione ritiene importanti (Comitato Organizzatore, eventuali collaborazioni di sponsor, patrocini degli Enti locali). Tale comunicato stampa può essere poi ovviamente ripreso ed utilizzato per la divulgazione in Internet. A tal proposito, se si ha tempo per le richieste necessarie, l’organizzazione di una conferenza stampa di presentazione dell’evento è sempre un valore aggiunto che può rendere l’evento ancora più appetibile per i media e non solo. La conferenza stampa potrebbe venire allestita, in accordo per esempio con il Comune di riferimento, proprio all’interno delle stanze dell’Ente locale o, in alternativa e se si dispongono degli spazi adeguati, nell’impianto della bocciofila.
Dovunque venga fatta, comunque sarà utile dare un’adeguata comunicazione della conferenza ai giornalisti della carta stampata e della televisione ed invitare almeno un rappresentante dell’Ente patrocinante ed uno dello sponsor che supporta finanziariamente la riuscita del nostro progetto. Ovviamente a questi si potranno aggiungere anche gli atleti protagonisti delle gare, non solo quelli appartenenti all’associazione sportiva organizzatrice. Un piccolo consiglio: sarà importante preparare dei fogli stampati con tutte le informazioni precise utili ai media, perché spesso i giornalisti e gli operatori intervenuti non hanno molto tempo per scrivere un pezzo o preparare un servizio ex-novo su quanto hanno presenziato. Questo espediente è utile anche per prevenire l’insorgenza di errori negli articoli e nei servizi, che in un ambiente come quello delle bocce può riguardare anche semplicemente la specialità praticata (senza contare che sentire o leggere il proprio nome sbagliato può essere piuttosto fastidioso per un atleta, credetemi).

Ciclismo: la conferenza stampa di presentazione dei Mondiali 2013 presso il CONI a Roma
Durante l’evento
Se la manifestazione sportiva è molto lunga e si svolge in più giorni, bisognerà rinfrescare le notizie relative ad essa, sia riguardanti lo svolgimento ed i risultati delle gare, sia riguardanti le iniziative collaterali che possono aver luogo nei giorni della competizione vera e propria. Questo espediente è importante per mantenere viva l’attenzione su quanto si è faticosamente organizzato ed inoltre fornisce ai media un’immagine positiva e più professionale della propria associazione sportiva. Se si aggiunge poi che tali media hanno costantemente “fame” di notizie da dare al pubblico, si capisce come questo invio di comunicati già pronti e precisi (ribadisco) non possa che agevolare il loro difficile compito di riempire gli spazi informativi.
Nel caso la manifestazione si sviluppi invece in un solo giorno, l’utilizzo del mezzo Internet per fornire notizie in tempo reale mi pare la scelta migliore per favorire la partecipazione degli interessati. Questo vale anche e soprattutto se non si dispone di una copertura televisiva delle gare in programma.
Dopo l’evento
Come al solito, finita la manifestazione sportiva è il tempo dei bilanci, ma è anche il momento in cui non si devono lasciare andare le cose a sé stesse. Abbiamo già trattato la scorsa volta di come in sede di premiazione vadano ricordati e ringraziati tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento dell’evento (collaboratori, autorità, sponsor, etc.), ma la premiazione può essere un contenitore troppo piccolo per sottolineare tutti gli aspetti legati al lavoro svolto. Pertanto, se se ne ha la possibilità, si può organizzare un’altra conferenza stampa di carattere consuntivo, durante la quale si tirano le somme di quanto è stato fatto e si menzionano in modo più marcato coloro che si sono distinti nello svolgimento dell’evento conclusosi da poco. Gli invitati potranno essere gli stessi della conferenza stampa di presentazione (se si ritiene opportuno chiamarne altri in più, ben vengano), senza ovviamente dimenticare in questa sede gli atleti che hanno vinto le gare.
A conclusione di tutto, sarà molto costruttivo ed utile che l’associazione sportiva ricerchi e riceva un feed-back da parte di chi ha preso parte all’evento sia come operatore dei media sia come semplice spettatore. Questo potrà avvenire tramite un semplice dialogo con gli interessati, ma anche tramite una piccola ricerca on-line (un social network o un blog su Internet danno già la possibilità di mandare un feed-back immediato su qualsiasi argomento) su quello che è stato il gradimento della manifestazione e su quelli che possono essere gli aspetti migliorabili in futuro.
E’ vero che in un contesto sportivo come le bocce si lavora spesso con pochi mezzi a disposizione e con il volontariato, ma un organizzatore dovrà comunque rimanere umile verso le eventuali critiche pur cercando sempre di implementare la propria offerta del prodotto sportivo. E questo, alla lunga, si rivelerà un fattore interiore di crescita professionale che non potrà far altro che giovare all’attività sportiva nel suo complesso.
Christian Petrucci
Andare al punto: premiati e premianti
Bene, per essere originali, direi di iniziare il nostro viaggio nei vari aspetti della gestione dell’ambiente sportivo delle bocce proprio dalla fine: la premiazione.
Per tutti gli sportivi la premiazione (soprattutto se si è vinto) rappresenta un forte momento emozionale, il completamento degli allenamenti sostenuti, il risultato dei sacrifici cui ci si è sottoposti. Di contro, per gli organizzatori della manifestazione rappresenta un momento al quale si deve prestare particolare attenzione per coronare al meglio quella che è stata la manifestazione sportiva vera e propria, non confinandola a semplice momento conclusivo. Possiamo brevemente riassumere in tre grandi gruppi i punti focali della premiazione: la logistica, l’immagine e l’accoglienza.
Logistica
E’ uso comune nello sport premiare a fine gara gli atleti sul campo, anche in ambito professionistico, pertanto occorrerà attrezzare l’area di conseguenza in modo adeguato, con qualche piccolo accorgimento. Infatti, se la società non dispone di un’area adibita specificamente alle premiazioni, questa può ovviare al problema ponendo per esempio un semplice tavolo da cerimonia sulla pista (nel caso delle bocce), che potrà comunque essere “addobbato” con uno striscione della società stessa o magari con quello di uno sponsor che ha collaborato alla riuscita dell’evento. Su questo tavolo verranno posti i trofei. Se la società ne dispone, l’utilizzo di un podio è sempre ben gradito, più che altro per agevolare la visuale degli astanti. Capisco però che disporre di un podio appositamente studiato per accogliere intere squadre di atleti non è assolutamente facile.
Particolare attenzione poi, andrà rivolta al pubblico intervenuto ed alla disposizione di questo. Innanzitutto, consiglio di convocare sempre uno o più giornalisti che scatteranno delle fotografie (in alternativa comunque si può chiedere aiuto a fotografi dilettanti o a qualche membro dell’associazione dotato di una buona fotocamera) o, se possibile, addirittura un operatore di un’emittente televisiva che potrà filmare la premiazione stessa. Per questi intervenuti andrà previsto uno spazio apposito ove poter svolgere il proprio incarico in piena tranquillità. Per quanto riguarda poi l’operato dei giornalisti e degli eventuali operatori televisivi sarà importante valutare bene l’esposizione alla luce del sole: ovviamente l’irraggiamento solare dovrà provenire dalle spalle di chi vuole scattare fotografie o riprendere con telecamere l’evento.
Altra questione importante sarà quella di rendere accessibile la pista da gioco dove si svolge la premiazione anche alle persone diversamente abili che possono eventualmente essere presenti. I restanti intervenuti alla premiazione dovranno essere posti ad una ragionevole distanza dal “podio”, possibilmente senza l’ausilio di transenne o recinzioni; gli atleti che dovranno essere premiati si porranno comunque davanti a tutti.
Immagine
Come già accennato prima, gli atleti la maggior parte delle volte finiscono la gara e vengono premiati sul campo, quindi non è raro vederli ancora in tenuta da gioco ricevere i trofei o le medaglie.
L’immagine dell’atleta, in questo caso legata a doppio filo alla propria attività sportiva, è quindi facilmente identificabile con l’uniforme da gioco della propria associazione di appartenenza: sarà cura dell’associazione stessa fornire uniformi da gioco adeguate all’evento sportivo cui si partecipa. Gli organizzatori, dal canto loro, dovranno essere vestiti in modo altrettanto adeguato; con questo non intendo seriosi abiti da cerimonia nuziale, ma per esempio semplici giacche sportive o polo a seconda del clima stagionale. Si deve insomma fornire un’immagine appropriata (mi ripeto, non importa che sia formale all’eccesso) per le fotografie di rito o le riprese televisive nelle quali si potrebbe essere protagonisti. Sembra banale, ma un ritorno d’immagine è comunque importante e ben percepito anche in un ambito sportivo dilettantistico come quello delle bocce.
Accoglienza
L’aspetto dell’accoglienza degli intervenuti alla manifestazione sportiva si sviluppa sin dall’inizio, ma durante la premiazione può presentarsi l’occasione di dare risalto alle autorità intervenute (magari facendo premiare a loro gli atleti o alcuni di essi), agli sponsor che hanno aiutato finanziariamente l’attuazione dell’evento o semplicemente ai molti collaboratori e volontari che fanno si che l’evento possa filare via liscio, ma che troppo spesso non vengono ringraziati a dovere quando la frenesia dell’evento è passata. Può bastare anche solo un accenno o un ringraziamento al microfono da parte del presentatore della cerimonia della premiazione, ma gli espedienti possono essere diversi. Infine, è sicuramente una buona usanza offrire un piccolo rinfresco a tutti gli intervenuti, in modo da protrarre l’aspetto di aggregazione (ed il cibo è sempre un ottimo collante!) oltre quello dello sport fine a sé stesso.
Per concludere questi brevi consigli sulla premiazione, suggerisco ai membri organizzatori delle società bocciofile di pianificare a tavolino tutti questi singoli punti focali, anche solo per stabilire se ed in quale misura sono in grado di soddisfarli, sia che si tratti di una gara singola sia di una manifestazione sportiva più impegnativa.
Christian Petrucci
Andare al punto: consigli e suggerimenti di management sportivo di Christian Petrucci

Christian Petrucci
Il mondo dello sport oggi chiama le Società ad affrontare nuove e appassionanti sfide che vanno oltre il risultato sportivo: si parla di gestione, comunicazione, organizzazione eventi e ricerca fondi. FIB Toscana desidera proseguire il lavoro di sostegno alle Società introducendo una riflessione sul tema della promozione di sé e del management sportivo. Questo perché facciamo tante cose belle, siamo un presidio sociale sul territorio, portiamo avanti grandi progetti sportivi, di solidarietà, di educazione, ma non sempre siamo capaci di raccontarlo. Quando incontriamo Enti e Amministrazioni riusciamo a comunicare tutte le nostre potenzialità? E come ci presentiamo agli occhi di un eventuale sponsor? E di fronte ai media?
Per aiutarci a rispondere a queste domande abbiamo chiesto supporto a Christian Petrucci, istruttore e consulente di management dello sport, che fino a dicembre ci accompagnerà con “Andare al punto“: consigli, suggerimenti e strumenti pratici per migliorare l’ideazione, la promozione e la comunicazione delle attività delle Società Bocciofile.
“Da sempre ho praticato sport” dice Christian Petrucci. “Dopo un’infanzia ed un’adolescenza a tutto calcio mi sono appassionato a quello sport controverso ed affascinante che è il football americano e tuttora continuo tale pratica. Nel frattempo ho deciso di indirizzare le mie attenzioni verso lo studio vero e proprio dello sport iscrivendomi all’ISEF di Firenze. Terminati questi studi, ho deciso di approfondire ulteriormente le mie conoscenze frequentando la Laurea specialistica in Management dello Sport e delle Attività Motorie presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze. Lo studio intrapreso in quegli anni, riguardante la gestione dei molteplici aspetti dell’ambiente sportivo, mi ha anche portato a collaborare con la Federazione Italiana Baseball e Softball fino al 2012. Da questi studi e da tutte le mie esperienze lavorative e non in ambito sportivo ho tratto degli spunti interessanti che spero possano essere utili per chi si muove in un ambiente dell’associazionismo sportivo dilettantistico come quello delle bocce.”
Perchè oggi è importante parlare di marketing sportivo anche nelle Società Bocciofile?
Semplicemente perché lo è sempre stato. Quello che comunemente viene definito marketing può semplicemente essere visto come l’insieme di studi, di strategie e di azioni volti a far appassionare, e magari ad affiliare, il maggior numero di persone alla pratica sportiva. E’ da sempre la chiave di volta e la “guerra” che combattono tutti gli addetti ai lavori delle varie associazioni sportive, no?
Si tratta di una scelta obbligata per chi vuole sopravvivere in questo mercato molto competitivo?
Direi che la scelta obbligata si deve riferire al fatto di provare a trovare strade nuove per perseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati. E questo è un aspetto delicato: basti per esempio pensare a quante volte ci si imbatte in persone radicate in preconcetti troppo spesso mascherati sotto il nome di “tradizione”.
Non si snaturano così i valori e gli ideali che stanno alla base del movimento sportivo?
Per come la vedo io, l’unico modo di snaturare tali ideali è quello di ricorrere a modi illeciti e scorretti per raggiungere il traguardo. Va benissimo l’apertura mentale all’innovazione ed alle collaborazioni più disparate, ma, nello sport, sono ancora totalmente in disaccordo col pensiero che il fine giustifichi i mezzi…
Senza “tradire” dunque lo spirito e l’etica, è possibile utilizzare leve e trucchi per migliorare la propria gestione economica e la propria visibilità… e magari anche il numero degli iscritti?
Certo! Anche se non parlerei propriamente di “trucchi”, il punto focale della questione è questo: mantenere la propria coerenza e filosofia di base mentre si lavora per raggiungere i risultati legati alla promozione, alla visibilità ed all’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse economiche che, come purtroppo tutti sappiamo bene, in un momento come questo, sono quantomeno di difficile reperibilità. E’ questa la sfida che, alla fin fine, rende affascinante il management dello sport.
Appuntamento al 10 ottobre con il primo post di “Andare al punto“!












Devi effettuare l'accesso per postare un commento.