Bocce tutti in gioco: festa di chiusura a Scandicci e una riflessione sull’attività con i ragazzi

22/04/2015 at 12:12 Lascia un commento

Bocce tutti in gioco: festa di chiusura a Scandicci

Si è concluso anche a Scandicci con una mattinata di gioco e festa al bocciodromo comunale Tamiro Martelli il progetto scolastico 2014/2015 di FIB Toscana “Bocce, tutti in gioco” che ha coinvolto le Scuole Primaria e Secondaria di 1° grado del Comune di Scandicci. Circa venti bambini hanno giocato sulle corsie di gioco insieme ai propri genitori e a Giacomo Gosti, Istruttore FIB Toscana, coadiuvato da Stefano Bartoloni per FIB Toscana e Simone Mocarelli per FIB Toscana, sotto lo sguardo compiaciuto del presidente della Bocciofila Scandiccese Sergio Bartoloni. (Tutte le foto realizzate nella mattinata le trovate a questo link.)

Bocce tutti in gioco: festa di chiusura a Scandicci

Il progetto scolastico di FIB Toscana è cresciuto di anno in anno punta a promuovere il processo di alfabetizzazione motoria e di educazione sportiva delle bambini e delle ragazzi in età scolare. Ma le bocce sono uno sport adatto ai bambini? A questa domanda ci risponde Giacomo Gosti, atleta e istruttore FIB.

“Sono sempre più convinto che le bocce piacciano tanto – dice Giacomo – i bambini sono entusiasti di veder ruzzolare le bocce, di corrergli dietro, di lanciare… e sono sempre più certo che l’ostacolo alla diffusione di questo sport fra i più giovani siano le comuni convinzioni dei bocciofili che ritengono che le bocce non siano un’attività per ragazzi.

Con una programmazione seria – prosegue Giacomo – già da settembre si potrebbe organizzare una “scuola bocce” con 40/50 bambini. E a seguito dei bambini ci sarebbero i genitori che potrebbero diventare giocatori, aiutare nella gestione della Società ecc. Ma nessuno crede veramente al fatto di proporre le bocce come attività educativo-motoria. Anche quando si trovano 4-5 bambini si cerca il campioncino, il talento e tutti gli altri smettono. Non sono d’accordo sul proporre a ragazzini appena affacciati a questo mondo di partecipare a gare, competizioni di qualunque tipo, come se si fosse spinti dalla “smania” di avere qualche bambino tesserato (per cosa? per avere finanziamenti?). I bambini devono frequentare i bocciodromi perché qui trovano ambienti sani, persone competenti che li seguono e un percorso educativo-motorio serio e strutturato e non perché hanno vinto la coppettina alla garetta! Poi, in seguito, può venire anche la garetta… e anche quella bisognerebbe capire bene come impostarla.

Bocce tutti in gioco: festa di chiusura a Scandicci

A Firenze (in attesa del bocciodromo comunale) ci sono solo 2 impianti frequentabili da famiglie con bambini, a Scandicci e a Sesto Fiorentino: credo che si debba rendere questi bocciodromi “bambino-accoglienti” – sottolinea Giacomo – e cambiare la prospettiva delle società che devono diventare, oltre che centri di ricreazione per anziani, anche centri educativo-formativi per bambini e ragazzi.

Almeno un giorno alla settimana l’impianto dovrebbe essere a disposizione dei corsi per bambini e ragazzi… tutto l’impianto, non solo una corsia! Perché i bambini fanno “confusione”, perché i bambini corrono (e devono correre, non si possono tenere fermi sennò non si fa educazione motoria e si fa “costringimento” motorio) e non possono stare attenti se nel campo di là c’è il “veterano” che boccia.

Bocce tutti in gioco: festa di chiusura a Scandicci

Le società devono entrare nell’ottica che questa attività educativo-motoria va fatta fare a professionisti che sanno stare con i bambini e con i ragazzi, perché bambini e genitori lo vedono e lo sentono subito se hanno a che fare con un professionista o con un improvvisato. E la valutazione a fine anno non deve essere “tecnica”, cioè vedere se il bambino è diventato o meno il famoso campioncino, ma vedere se il bambino è migliorato nel suo stare nel gruppo, nel suo proporsi (in caso sia timido) o nel suo ascoltare gli altri (in caso sia un irruento), se è migliorata la sua coordinazione o la percezione del suo schema motorio.

Questi professionisti poi devono essere pagati dalle Società come in qualsiasi altro sport. Le società devono investire nella formazione dei giovani e magari eliminare qualche rimborso per le iscrizioni alle gare o il pagamento dei punti di giocatori che fanno 50 gare l’anno vincendo 2 gironi o i premi delle gare che organizzano.

Bocce tutti in gioco: festa di chiusura a Scandicci

Cosa interessa davvero? Qual è la priorità? Son sempre più dell’idea che sotto sotto (anche a livello inconsapevole) ci sia la volontà di tenere questo gioco il più possibile “segreto”, così ci gioca meno gente e i campi si trovano più liberi.

Son stato l’altra mattina all’Affrico a giocare con un americano 50 enne in vacanza qui a Firenze, appassionatissimo di bocce che mi ha raccontato che là negli Stati Uniti le bocce sono in espansione pazzesca e si meravigliava di come io gli dicessi che qui siano in declino!

Il gioco è tanto bello, ma tanto tanto! … con delle grandissime potenzialità che non si immaginano neanche. Chi ne ha la gestione – conclude Giacomo – si faccia due domande.”

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