Posts tagged ‘Rino Nencini’

Rino Nencini e il 46a edizione del “Trofeo della Liberazione”

Rino Nencini

Rino Nencini, classe 1921 uno dei più forti giocatori toscani di tutti tempi, vincitore di quasi duecento gare, due titoli italiani sfiorati, questo in sintesi il curriculum del giocatore che Firenze, la Toscana e l’Italia boccistica ha saputo e voluto apprezzare più di ogni altro.

Individualista per vocazione ha però ottenuto successi in ogni specialità, in  coppia con Armido Pucci ha poi dominato e vinto per lunghi anni. La 46a edizione del “Trofeo della Liberazione”, gara a coppie alla quale ha partecipato innumerevoli volte, ottenendo numerosi piazzamenti d’onore senza tuttavia riuscire a vincerla, sarà l’occasione per vederlo gareggiare nuovamente e lo farà con un compagno di eccezione: Tommaso Foggi, quasi ottanta anni più giovane di lui.

Ma la vera notizia è che Rino ha giocato assieme al padre Nicola, al nonno Marco ed al bisnonno Vittorio sempre per la bocciofila Dipendenti La Provincia, la  società della “Fontanella” nella quale ha militato più a lungo: un altro record che si aggiunge ai tanti successi ottenuti sul campo.

Adesso Rino difende i colori dell’ U.S. Affrico e proprio i campi di casa lo vedranno protagonista di questa nuova sfida,  alla soglia dei novantacinque anni, pronto a dimostrare che la grinta e la voglia di vincere è sempre quella dei tempi migliori: gli avversari sono avvisati.

Fabio Gazzaniga

22/04/2016 at 11:47 Lascia un commento

A Firenze la settima tappa della Polident Cup

coppa città firenze copy

Sabato 22 giugno nella Polisportiva 45 a Firenze, si disputerà la sesta tappa della Polident Cup 2013, il torneo interregionale di bocce più atteso dell’anno, nato dalla collaborazione tra il Comitato Toscano della Federazione Italiana Bocce e Polident, marchio di GlaxoSmithKline Consumer Healthcare.

Tra i più di 100 iscritti alla settimana delle quattordici gare previste dal circuito della Polident Cup 2013 ci sono tanti campioni, tra i quali spiccano i tre vincitori dell’edizione 2012 del torneo: Fabio Matalucci, Valerio Migliori e Antonio Visone. Parteciperanno alla gara con l’obiettivo di scalare posti nello speciale Polident Ranking, anche Romano Anichini, attualmente terzo in classifica, Fabrizio Favilli e Diego Ricciardis, entrambi al settimo posto.

Oltre all’appassionato di bocce e grande amico della Polident Cup, Rino Nencini classe 1921,  ed al ben più giovane Sevgin Haziri classe 1997, atleta della bocciofila Campigiana, in gara ci saranno tre bocciste: Donatella Toscanini, arrivata seconda nella tappa di Prato della manifestazione, Enza Lombardi, consigliera e responsabile del settore Scuola della FIB Toscana, campionessa dell’U.S. Affrico e vincitrice titolo regionale della specialità petanque con Taher Bombia, e Sandra Mensini della Sestese.

L’intero torneo, dedicato ad una particolare specialità di gioco, detta “raffa”, partito da Grosseto lo scorso 23 febbraio, si alterna in 12 province tra Toscana e Lazio, con l’obiettivo di sostenere il gioco delle bocce in due territori tradizionalmente legati a questo sport.

L’amore per le bocce delle due regioni è dimostrato dall’elevata presenza di bocciofile, che oltre a rappresentare luoghi di gioco, costituiscono anche importanti centri di aggregazione dove realizzare molte attività ricreative. Sono diversi anni, ad esempio, che i due comitati FIB di Toscana e Lazio realizzano progetti rivolti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Queste attività rientrano all’interno di una serie di iniziative, nate con l’obiettivo di seguire con attenzione la vita sociale dei propri tesserati, che la Federazione Italiana Bocce sostiene e grazie alle quali ha ottenuto dal Ministero degli Interni il riconoscimento di “Ente Assistenziale”.

La gara di Firenze sarà una delle più importanti dell’intera manifestazione, tanti gli atleti che cominciano a guardare con maggiore attenzione alla propria posizione nel Polident Ranking, la speciale classifica che decreterà i vincitori dell’edizione 2013 del torneo.

 

Per maggiori informazioni:
Studio Ghiretti&Associati – Annalisa Bruno
annalisa.bruno@studioghiretti.it
0521/1911434

21/06/2013 at 10:31 Lascia un commento

“Dagli egizi a Pompei…Se la storia è una bocciofila”. Le bocce viste da Castellani su Avvenire

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Il giornalista sportivo Massimiliano Castellani ha intervistato il Presidente Gosti e ha scritto per Avvenire un bellissimo articolo dedicato alla storia, al presente e al futuro delle bocce.

“«Chi mi porta a giocare a bocce? Oh bella questa… Piglio la mia macchina, così quando si finisce la partita, che di solito vinco pure, mi fermo al ristorante a mangiare con chi mi garba…». È la filosofia di vita di Rino Nencini, classe di ferro 1921, parente di quel Gastone Nencini asso del ciclismo (vinse il Giro d’Italia del ’57 e il Tour de France del ’60), mentre lui, Rino, alla veneranda età di 92 anni è un campione di bocce, l’uomo simbolo dell’Unione Sportiva Affrico di Firenze. Di sicuro il più longevo dei giocatori ancora in “campo”, «ma attenzione, perchè in giro per l’Italia abbiamo parecchi centenari che non fanno tornei, ma si divertono ancora con le bocce come il Nencini», interviene al “volo” il presidente del Comitato Toscano della Fib (Federazione italiana bocce) Giancarlo Gosti. Del resto stiamo parlando di uno sport che è antico quanto l’uomo. ”

Leggete tutto l’articolo: cliccando qui.

02/04/2013 at 12:13 Lascia un commento

Rino Nencini ospite di ArcoToscanaTv

ArcoToscanaTv ha intervistato in nostro atleta Rino Nencini: 90 splendidi anni in un corpo asciutto, in perfetta forma, una vita intera dedicata al gioco delle bocce, con oltre 500 premi vinti in 60 anni di carriera. “Meglio della palestra!” sostiene, “perché così si tiene in esercizio il corpo e anche la mente, si passa bene il tempo con gli amici e anche con gli altri. E poi giocare porta l’esaltazione, l’adrenalina, sia che si vinca sia che si perda!”


Qui di seguito riportiamo il testo curato da Cecilia Trinci per ArcoToscanaTv. L’originale lo trovate cliccando qui.

Rino infatti ricorda con uguale commozione sia le strepitose vittorie che le sconfitte, che a distanza di anni ancora bruciano, come quelle subite nei due Campionati Italiani del 1975 e del 1977, un titolo sfiorato e perso per un pelo. La prima volta per il flash di una macchina fotografica che lo ha distratto, il secondo per un colpo di sfortuna che è sempre in agguato in questo gioco.

Con gli occhi che all’improvviso brillano, come se tutto accadesse di nuovo, ricorda la vittoria del 1960 ottenuta a sorpresa con un colpo “nuovo”, allora sconosciuto, “una bocciata a volo soprammano”, quando tutti usavano  ancora solo il tiro “sottomano”.

Quando si riesce a bocciare e a restare il tiro è perfetto. E’ una questione di fisica: le bocce sono corpi di uguale peso, se si tira in modo perfetto su quella già tirata dall’avversario la si sostituisce  con la propria e l’altra vola via”.

Rino lavorava in Provincia, al controllo delle acque. Alle due “faceva festa” e, dice “non mangiavo nemmeno, mi prendevo un panino e correvo a giocare a bocce. Tutti i giorni era giocare giocare e la domenica gare!”

Riconosce di avere avuto una moglie comprensiva. Oggi non sarebbe stato possibile. “Sarà perché le donne non sono più pazienti che i giocatori di bocce sono andati a diminuire! Oggi se si brucia una frittata si va dall’avvocato e ci si separa!”

Per sessant’anni dice di essere stato anche egoista, di avere sacrificato la famiglia per una passione che è stata costante e intransigente. “Ma, dice, a volte portavo mia moglie con me. Si partiva il giorno prima della gara, come quando siamo stati a Roma: cinque ore di viaggio in macchina perché mica c’era l’autostrada negli anni ’50! Si dormiva fuori e il giorno dopo si gareggiava. Oppure le portavo dei regali. Le medaglie d’oro non sono mai mancate: è  perché il gioco era un successo che mi si è fissato addosso in questo modo!. Per raggiungere le bocciofile si facevano anche dei gran viaggi in treno e poi in autobus, portandosi dietro la reticella delle bocce!”

Rino ha avuto due figli, ma nessuno dei due lo ha seguito. Il maschio “aveva il calcio per la testa”, e lo ha praticato come giocatore e come allenatore.

La più bella giornata della mi’ vita è stata nel ’98:  ero andato in macchina, da solo, come sempre, a Sassuolo, a una gara con 520 giocatori. Ho vinto 4 partite, ho giocato tutto il giorno e sono tornato a casa alle 2 e mezzo di notte, con una coppa, che per me rappresenta la vittoria più grande. Anche perché avevo già 78 anni e a volte vincere è saper giocare e anche saper superare certi nostri limiti.”

Tutt’ora Rino è un campione. Va in bicicletta a allenarsi tutti i giorni per due ore per essere pronto la domenica a gareggiare. Parte ancora in macchina da solo, perché vuole sentirsi libero e spesso è in coppia con colleghi più giovani dei suoi figli.

Quando ha iniziato, nei primi anni ’50, le bocce erano di legno e si tenevano dentro bidoni con l’acqua per non farle spezzare. Ora i materiali e la tecnica sono venuti incontro ai giocatori. Non più campi di terra battuta, ma in sintetico, non più palle di legno ma in resina di qualità. Sui campi in terra il tiro poteva subire ogni tipo di alterazione, fare tiri perfetti era difficilissimo.

Eppure Rino non ha avuto sempre la vita facile. 65 mesi di guerra, anche se non al fronte: figlio unico di madre vedova. “I miei colleghi sono tutti in fondo al mare!” perché tutti furono arruolati in marina. Rino però fu mandato in Corsica e in Sardegna, lontano dal fronte diretto. Dopo l’8 settembre rimase tagliato fuori dal resto del mondo e non seppe più niente di sua madre fino a che da Napoli riuscì a partire per accompagnare un generale destinato a Roma. Lui, alla guida del mezzo aggiunse di suo pugno anche la destinazione “Florence” accanto al regolare “Rome” scritto dagli americani sul foglio di viaggio. Così, lasciato il generale a Roma proseguì per Firenze. Quasi a destinazione fu fermato dalla Police americana e qui Rino ebbe un attimo di paura “Vuoi vedere che mi arrestano proprio ora che sono arrivato!” .

Ma i soldati, appena videro che aveva fatto tutto il viaggio in giornata da Napoli si complimentarono con lui e lo fecero passare con un bonario e rassicurante “OK, Johnny, vai!”

Appena in Firenze, nella sua Via Erbosa, vide una donna che prendeva l’acqua. E quella donna era proprio sua madre, che dopo l’incontro e un lungo abbraccio gli disse “non ho niente da darti da mangiare abbiamo solo due mele!”

Più avanti nel tempo, a 62 anni, Rino si scontrò con la malattia: una pesante operazione ai polmoni. Ma giocare a bocce e vincere nelle gare lo distrasse dai pensieri e dalla paura Giocando tu ti dimentichi delle tue cose peggiori. Giochi per vincere e le tue cose non le ricordi mai. Questo è stato un vantaggio non indifferente!”

Smettere di fumare è stata un’altra sua grande vittoria: “me lo ricordo bene quel giorno, più della Prima Comunione, più del Matrimonio: era il 4 luglio del 1981! Da giovani si fumava di tutto: le vitalbe, perfino la carta dei giornali!”

E di vincere non ha mai smesso.

Ricordano di lui una mitica impresa: perdeva 14 a 0 fino a che la sorte è cambiata con la rimonta vittoriosa e il risultato di 15 a 14. Questo accade spesso nel gioco delle bocce e ci sono scontri finali tra anziani e giovani che si battono perfettamente alla pari. Spesso l’esperienza vince sull’età. Le categorie in questo gioco tengono conto dei punteggi fatti e non dell’anagrafe. Rino ha giocato 55 anni nelle serie A, la categoria dei campioni.

Questo è uno sport povero, che si può fare a tutte le età e a livelli diversi, ma è anche uno sport giovane perché sono i giovani che vincono di più!”.

Eppure di una cosa è certo Rino, che non smetterà mai di giocare a bocce,  perché “la vita va vissuta fino in fondo”, dice, “e l’età è quella che vogliamo avere: è quella che ci portiamo nel cuore”.

16/05/2011 at 11:08 1 commento


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