Archive for 11/04/2010
Il libro del mese: La rivolta delle periferie
Qualche anno fa la casa editrice Bruno Mondadori ha dato alle stampe un’interessante studio dedicato ai conflitti urbani delle banlieu francesi, all’immigrazione, alla “segregazione” spaziale e raziale. Si intitola “La rivolta delle periferie. Precarietà urbana e protesta giovanile: il caso francese” e lo hanno curato Hugues Lagrange (sociologo, è ricercatore all’OSC (Observatoire sociologique du changement, CNRS-Sciences Po). Fra i suoi principali interessi di ricerca la criminalità, l’insicurezza e la delinquenza. Ha pubblicato diversi saggi anche sulla sessualità e sulla devianza fra i giovani) e Marco Oberti (sociologo, è ricercatore all’OSC e insegna all’Institut d’études politiques di Parigi. Fra i suoi principali interessi di ricerca la segregazione urbana e scolastica e, più complessivamente, le diseguaglianze e le classi sociali nei contesti urbani).

Nella quarta di copertina leggiamo che “mediante una dettagliata analisi sociale degli eventi attraverso temi come il multiculturalismo, la segregazione, la precarietà e le diseguaglianze intergenerazionali, La rivolta delle periferie affronta questioni scottanti, confrontando il caso francese con la situazione italiana e tracciando possibili vie d’uscita atte a pensare nuove forme di solidarietà trasversali e a difendere la città come spazio di integrazione e di mixité sociale.”
E a pagina 41 gli autori chiamano inaspettatamente in causa il mondo delle bocce. “Certo, il 2 novembre ci sono già auto bruciate e scontri con la polizia nella città di Ousse – des – Bois à Pau, particolarmente connotata in termini etnici, dove il lancio di pietre e l’incendio del commissariato nel 2003 hanno in seguito suscitato tensioni costanti fra i giovani e la polizia e dove un processo è ancora in corso. Le sommosse si estendono nelle città di Provincia il 5 novembre. Gli incendi e gli scontri con la polizia sono spettacolari nel quartiere della Madeleine a Evreux e la violenza dei lanci di sassi e di bocce da petanque sorprende le forze dell’ordine.”
Partendo da queste bocce da petanque scagliate per rivendicare identità e diritti e dal caso francese più in generale, vorremmo proporvi una riflessione sul disagio e l’insicurezza sociale vissuti in molte delle nostre città. Le bocce e i bocciodromi potrebbero diventare uno strumento e uno spazio utile di inclusione sociale anche per i migranti? O lo sono già?











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